Sgrana gli occhi e, senza cambiarsi, con addosso solo una velata camicetta da notte, esce di casa ancora scalza, e la leggera brezza l’aiuterà poi a chiudere la porta dietro di sé. Si sente così leggera che le sembra quasi di sognare.
Passeggia per strada, l’orario mattutino le mette addosso una tranquillità unica, c’è solo qualcuno che si accinge ad andare al lavoro. Lei no, cammina rilassata e assorta.
C’è una strada asfaltata, sale sopra un marciapiede e cammina, cammina laddove la porta il cuore. Non capisce cosa la circonda ma sa esattamente dov’è diretta. A piedi nudi attraversa la strada scansando le strisce pedonali, ancora un gradino. Uno, due, tre negozi. Un’edicola. Vuole comprare il giornale, entra, ma non ha con sé nemmeno uno spicciolo con cui pagare. Esce come se niente fosse e d’improvviso si ferma. Vuole leggere la locandina esposta fuori: 11 agosto 2002… Ora sì che ricorda!
LA LAGUNA, I CANALI, I PONTI, IL PERDERSI TRA CALLI E CAMPIELLI, LA BASILICA E INFINE UN GIARDINO… E’ VENEZIA! La città che sa come lasciarti senza fiato, ma anche la città che può farti perdere la testa, e la piccola Betty la testa sembra averla persa davvero [anche se forse quest’ultimo aspetto non dipenderà solo da quella splendida città…].
D’un tratto la sua mente la catapulta in quella splendida città lagunare, ammirata e apprezzata dal mondo intero. In una serie di flashback ininterrotti comincia a ricordare. Non si sente più serena come prima. Il cuore le batte forte, è confusa, è emozionata, vede mille colori, non più candidi pastelli come prima ora si agitano colori vivaci, pennellate variopinte intingono quel dipinto, le danno uno scossone, sente un brivido lungo tutta la schiena… è lo splendore di una città davvero unica e rara che si unisce repentino all’emozione troppo forte di un primo bacio dato alla persona giusta, che proprio nell’istante in cui le labbra si uniscono lentamente le une con le altre, dentro di lei qualcosa le stava dicendo che era lui. Era lui che dal primo giorno avrebbe voluto accarezzare, era lui che avrebbe voluto baciare e che avrebbe sempre voluto al suo fianco, labbro su labbro, pelle contro pelle. Era lui che solo l’incrocio rubato di un suo sguardo le faceva battere così tanto il cuore, che nemmeno lei stessa, da tanto frastornata, riusciva a darne un significato più o meno razionale…
Ma Betty si trova ancora fuori dall’edicola, davanti alla locandina che recita: “…tra mare e laguna…” ma rapita da un profumo di brioche fresche appena sfornate, si distrae e non riesce a proseguire la lettura… “si parlava forse di Venezia? ma qui la laguna è a due passi dal mare. Dove sono?”
Corre rapita dall’aroma e “el papo” si intenerisce nel vederla con l’acquolina in bocca, così giovane e carina, e le fa dono di una brioche appena sfornata, così calda da far bruciare il palato. La divora e poi si ferma. Si incanta, forse scossa dai ricordi appena riaffiorati, prosegue il suo cammino. La strada è sempre dritta, la attraversa di nuovo e finalmente sente quel brivido forte, diverso da quello che aveva sentito prima: i suoi piedi, scalzi, erano tutto d’un tratto entrati in contatto con la sabbia fresca e sottilissima delle sei di mattina. Così sottile, le si modellava sotto la pianta dei piedi, finché lei, imperterrita e testarda, proseguiva passo dopo passo diretta verso… ora si vede… è lì che vuole andare: Betty si dirige verso il mare. C’è l’alba, il cielo è limpido, tutto attorno tace, ci sono dei colori, dei profumi, dei suoni fantastici. È la spiaggia, il mare di Sottomarina quello che Betty sta toccando, sta vedendo, sta odorando, sta vivendo in questo preciso istante e finalmente si ferma. È arrivata a destino, e riflette.
È giunto il momento di ricomporre il puzzle e fare un po’ di chiarezza. “Cosa mi sta succedendo? Da più di vent’anni passo l’estate qui al lido di Sottomarina. Mi sembrava sempre la solita minestra, non capisco perché oggi mi sento così strana, e tutto mi sembra così incantato…?” La sua testa è assalita da mille interrogativi. Lentamente si risveglia e torna alla vita reale. Si vede seduta a gambe incrociate sulla sabbia e con ancora addosso la camicia da notte. Comincia ad osservare ogni singolo dettaglio di ciò che la circonda, ogni singolo granello di sabbia e ad ascoltare ogni singolo respiro del mare. Il mare… così imperiale così maestoso non potrà mai mancare nella vita di Betty. Il mare, per lei che è nata e vissuta nella città marina è I N D I S P E N S A B I L E, elemento unico, imprescindibile, ed ora, gli occhi dell’amore le stavano dando l’ennesima conferma.
Insomma, ricompone i pezzi: era una giornata di sole, il quarto appuntamento con lui, quel bel ragazzo di nome Riccardo, fresco di giovinezza, ma sufficientemente maturo da riuscire, solo con gesti e parole, a penetrare dentro la sua testa, il suo corpo, la sua anima. Ma nessuno avrebbe mai pensato che quel giorno, che Betty rimembrava con un così forte ardore, sarebbe stato così speciale, memorabile negli anni venturi…
Una Venezia solare, viva e varia sempre un po’ sfuggevole. Una cornice spettacolare per il loro primo bacio. Talmente emozionante, da farle perdere il contatto con la realtà, da proiettarla in un mondo parallelo, da farle iniziare un altro viaggio… un viaggio del cuore questa volta, talmente forte e coinvolgente, da farle vedere il mondo con altri occhi e farle apprezzare l’essenzialità delle cose semplici. Quel viaggio le ha insegnato a percepire l’importanza sostanziale di tutto ciò che la circonda e le ha dato l’impulso per rivivere ogni cosa già fatta con un’emozione nuova, diversa, come se fosse sempre la prima volta. Le ha fatto perdere la testa per lui e l’ha fatta innamorare della sua vita. Con gli occhi dell’amore di un amore che, oggi, dopo quasi dieci anni, continua ancora più consapevole e maturo, ancora così semplice e fresco, ancora con Venezia nel cuore e il Mondo che cambia, visto e filtrato dall’incantesimo di quel magico oblò.
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