mercoledì 9 settembre 2009

CHIOGGIA CITTA' TEATRO

L’inconsapevolezza di essere attori nella vita di tutti i giorni

Chioggia si presenta come un luogo di fantasia, un “pezzo d’Oriente”, dove i visitatori stranieri sono gli spettatori che, una volta arrivati, scoprono la gioia di sentirsi vivere. Come afferma il famoso scrittore Giovanni Comisso (1895-1969), Chioggia, pur essendo una piccola città, “è smisurata, tenebrosa e solare, drammatica e felice, passionale e serena, come le grandi tele dei maggiori pittori della scuola veneta, che sembra abbiano attinto qui le loro ispirazioni”. Così, sul palcoscenico di quell’isola stretta dall’acqua, il corso e le calli si fanno teatro, dove ciascuno da’ spettacolo di sé e nessuno ha più i propri segreti; tutti parlano ad alta voce con la stessa intonazione, come fossero a bordo dei loro pescherecci.

Si guardi ad esempio il grande Carlo Goldoni (1707-1793) che, fermatosi a Chioggia per qualche anno, rimase incantato e attratto dalla città a tal punto da considerarla ispiratrice del suo capolavoro le “Baruffe Chiozzotte”. Forse inconsapevolmente, crea una sorte di metateatro (teatro nel teatro), in un copione frizzante, spontaneo, pieno di colore e di vita; Wolfgang Goethe (1749-1832) stesso, venuto a contatto con “le voci e i modi di quella gente” (un tipo umano improntato da una forza, un coraggio e un umile eroismo quotidiano), e avendo assistito all’opera teatrale, la descrive così: “i personaggi sono schietta gente di mare, abitanti di Chiozza con le loro mogli, sorelle e figlie. Il loro pettegolezzo abituale nella buona e cattiva sorte, le loro liti, la loro irruenza, i loro modi, la loro volgarità, i loro motti di spirito, il loro umorismo ecc., sono tutti eccezionalmente riprodotti.”

Siamo tutti attori e, a quanto pare, ce la caviamo anche bene. Lasciamoci trascinare da questo splendore persuasivo che da sempre ci appartiene!

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